Tre songo ‘e putiente: ‘o rre, ‘o papa e chi nun tene niente. In questo detto napoletano è racchiusa la filosofia dei partenopei. 3 sono i potenti, il re, il papa e chi non ha niente.
Napoli è una delle città più antiche d’Italia, fu fondata dai greci di origine ateniese a differenza di Taranto che fu di natali spartani.
Senza dubbio è una delle città più singolari della penisola più bella del mondo.
Dalle nostre parti si dice che tre sia il numero perfetto e Napoli è la città del tre, che nella smorfia significa la gatta.
Napoli è proprio come una gatta, ti fa le fusa e si lascia accarezzare ma all’improvviso ti può graffiare, è una città a cui stanno strette le regole, “i guinzagli” proprio come ai gatti. Napoli è anarchica e, a modo suo, autarchica.
Anarchica perché i napoletani sono senza padrone, uomini e donne che hanno la rivoluzione nel sangue e nel sangue finì Masaniello, Corradino di Svevia e, andando a ritroso, Spartacus.
Autarchica perché i napoletani bastano a sé stessi. A contatto con qualsiasi cultura riescono, misteriosamente, a farla loro, a raggiungerne e carpirne l’anima, a introitarla e, senza dubbio, a “napoletanizzarla”.
Come la canzone napoletana, nata dal popolo e, come non si può dire di altre canzoni popolari, diventata la canzone dei popoli della terra.
Ma perché il tre?
Perché Napoli ha tre castelli, tre isole, tre vulcani e tre livelli.
I tre castelli di Napoli
Maschio Angioino:
Castel Sant’elmo:
Le tre isole di Napoli
Capri:
Ischia:
Procida:
I tre vulcani di Napoli
Vesuvio:
Solfatara:
Astroni:
I tre livelli di Napoli
Greco:
Romano:
Medievale: